By bas.crea_admin 16 January 2023 In Industrie culturali e creative

Heritage Smart Lab: la sinergia tra territorio e Industria culturale e creativa

Basilicata Heritage Smart Lab è un progetto finanziato dalla Regione Basilicata che ha come capofila il CNR e come partner diverse aziende lucane socie del Cluster Basilicata Creativa. E’ strutturato in quattro WP e ha la finalità di valorizzare il patrimonio culturale della Basilicata attraverso lo sviluppo di prototipi nell’ambito della conservazione dei beni materiali, della gestione degli ecosistemi culturali, del coinvolgimento delle comunità locali. Il progetto ha una durata di due anni. Abbiamo chiesto a Nicola Masini, Responsabile della sede di Potenza del CNR, di raccontarci la visione e alcuni dei cantieri attivi del progetto che si concluderà entro la fine del 2023.

Satrianum, paesaggio che ospita uno dei cantieri Heritage Smart Lab

Qual è la finalità che ispira Heritage Smart Lab e quale ruolo strategico riconosce al patrimonio culturale?

Heritage Smart Lab nasce dalla necessità di sperimentare in Basilicata un modus operandi sinergico tra Territorio e Industria Culturale Creativa, di cui riconosciamo tutti un ruolo rilevante nei processi di sviluppo culturale, sociale ed economico, sebbene la sua azione sia limitata da frammentarietà e scarso coordinamento tra i diversi attori. L’ambito nel quale il progetto opera è il Patrimonio Culturale, non solo oggetto ma anche soggetto di attività di sviluppo di approcci e tecnologie innovative, che possono essere riapplicati anche in altri ambiti. Stiamo vivendo un cambio di paradigma: un tempo le tecnologie si sviluppavano in altri ambiti – da quello ambientale, climatico, energetico, medico – e venivano mutuate sui beni culturali. Oggi avviene il contrario: tecnologie come realtà virtuale, osservazione della Terra, diagnostica hanno un grande sviluppo proprio a partire dai beni culturali per essere poi applicate per altre finalità. L’Istituto di Scienze del Patrimonio culturale del CNR che coordina il progetto crede nella necessità di realizzare una sinergia con il mondo produttivo e tutti gli operatori che lavorano nel campo dell’industria culturale e creativa, contribuendo a costruire una filiera che va dall’attività di sviluppo tecnologico applicata alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale, ad attività più incentrate sulla dimensione immateriale del patrimonio culturale e sulla produzione di contenuti creativi.

Quali sono gli approcci metodologici del progetto?

Heritage Smart Lab si basa sulla metodologia dello smart lab, nodo e luogo di incontro e interazione tra impresa, centri di ricerca, società civile ed istituzioni (ispirata dunque al modello della quadrupla elica) che attraverso relazioni multilaterali collaborano in modo ordinato e multidisciplinare alla costruzione di obiettivi comuni, dalla realizzazione di prototipi all’implementazione  di processi di innovazione attraverso la condivisione proattiva di saperi, esperienze, competenze e sensibilità.

Quali sono le attività realizzate che possiamo già raccontare alla community di Basilicata Creativa?

Per brevità cito pochi esempi, tra cui lo sviluppo di nuovi sensori per il monitoraggio e la fruizione del patrimonio artistico in musei ed altri luoghi di visita e la creazione di un nuovo modo di spiegare e interpretare il patrimonio culturale, con il progetto Basilicata Landscape discovery map, una sorta di geo-storytelling basato su Open Data con la creazione partecipata di geostorie e di itinerari.

Riguardo al primo esempio, cito il cantiere della Chiesa di Santa Lucia alle Malve nel quale abbiamo sviluppato un sistema di monitoraggio ambientale e microclimatico integrato con una piattaforma che facilita la visualizzazione e l’analisi di parametri utili a individuare soglie di attenzione e valori incompatibili con la conservazione degli affreschi.

Riguardo al secondo esempio mi riferisco a Satrianum, dove cooperative, comunità, Scuola di Archeologia di UNIBAS, stanno mettendo in piedi un’importante sperimentazione per sviluppare un nuovo modo di raccontare il paesaggio culturale del sito archeologico

Chiesa Santa Lucia alle Malve, Matera

A quale domanda del territorio risponde il progetto e quanto è importante divulgarne le attività?

Innanzitutto il progetto mira a creare dei legami tra il mondo della cultura, della creatività e i mondi della produzione, della ricerca e della tecnologia, consapevoli che tale azione contribuisce a guidare la transizione ecologica indicata dal Green  New Deal e dal Next Generation EU.

In riferimento alla Basilicata, la domanda che ci siamo fatti, già nella fase di scrittura del progetto, è che cosa ha generato Matera 2019 in termini di sviluppo di capacità tecniche e imprenditoriali, al fine di avviare un processo volto ad incardinare lo sviluppo della Basilicata sull’Industria culturale e creativa.

Fondamentale è stata l’azione di censimento e recruitment svolto dal Cluster Basilicata Creativa per capire il contesto sociale, economico, motivazionale di chi opera in tale settore nella nostra regione.

Abbiamo capito che era necessario creare un ecosistema organizzato capace di trasformare la conoscenza in valore, rendendola disponibile ai diversi attori dell’economia della conoscenza. Un ecosistema basato sul coinvolgimento e l’interazione degli attori dell’economia della conoscenza: PMI, ricercatori e laboratori/infrastrutture di ricerca, istituzioni pubbliche, comunità.

La Basilicata è un laboratorio ideale, direi emblematico, dove sperimentare nuove soluzioni per creare un’economia basata sulla cultura, la creatività, la valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale.

La nostra regione sta dimostrando una grande capacità propria di valorizzare specificità e peculiarità, trasformando situazioni di marginalità in un nuovo modo di raccontare la propria storia.

In che modo HSL può contribuire a migliorare la gestione del patrimonio culturale sul medio-lungo termine?

Molto spesso si inizia bene e poi i processi si rallentano. Non sempre si riesce a coinvolgere in maniera forte le comunità – che non sente proprio un modo di raccontare il proprio paese – e a garantire una solidità economica alle iniziative che nascono per valorizzare il patrimonio culturale. Proprio un gruppo di azioni di HSL si focalizza su questo aspetto, con l’obiettivo di descrivere modalità e strumenti per rendere sostenibili e duraturi i progetti di sviluppo della singola comunità.

La strategia di HSL si sposa con la metodologia del living lab urbano che coinvolge direttamente le comunità, creando questo trait d’union tra chi propone nuovi contenuti e chi ha la capacità di utilizzare le tecnologie, con il contributo degli enti di ricerca e di Università.

La Basilicata è un territorio con un’alta densità di istituzioni per enti di ricerca, che lavorano in una rete nazionale e internazionale ma che è giusto siano coinvolti in iniziative con una forte ricaduta territoriale. Il lavoro da fare nei prossimi mesi è capire quali sono le strategie più adeguate per permettere a queste ‘belle storie’ che si stanno creando di essere durature, consolidarsi e radicarsi.

Quanto il progetto contribuisce a costruire un’immagine autorevole e attrattività della Basilicata e come continua HSL dopo il finanziamento regionale?

Heritage Smart Lab nasce con l’intenzione di costruire un modello di sviluppo fondato sulla cultura, la creatività e il patrimonio culturale, quale ambito multidisciplinare.

Oltre al finanziamento regionale, il progetto è stato già finanziato dalla Commissione Europea, inserendolo in una rete di oltre 130 acceleratori per la transizione digitale di tutto il territorio dell’UE (EDIH). Grazie a questi finanziamenti riusciremo a sperimentare per i prossimi anni l’apporto di nuove tecnologie e processi – alcuni prototipati proprio grazie a Heritage Smart Lab – all’interno di musei, teatri, Parchi archeologici e aree naturalistiche della Basilicata e del sud Italia.

HSL la Basilicata è il luogo in cui si sperimentano e si validano metodologie da scalare, modulare, riapplicare, implementare dunque all’interno del programma di azioni dell’European Innovation Hub, incoraggiando processi di innovazione trans-settoriali, in una logica di open innovation, attraverso la sperimentazione e l’applicazione nel campo dei beni culturali di soluzioni e tecnologie sviluppati anche in ambiti diversi, dall’aerospazio all’energia, al fine di creare partenariati innovativi che coinvolgano startup, spin off, PMI. L’HSL diventerà quindi un polo digitale avanzato sui beni culturali e le industrie creative, con un’elevata specializzazione sull’Intelligenza Artificiale, l’HPC e Big Data .

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